Dopo un inverno passato, in prevalenza, nell'anonimato di un clima piuttosto mite e avaro di eventi significativi, la Natura ha voluto prendersi la rivincita e mostrare il volto talvolta severo dell'Inverno, che fino a qualche anno fa era assai meno raro ma ormai a causa del progressivo innalzamento delle temperature e per il persistere di un pattern sfavorevole al freddo è diventato molto meno frequente.

 

L'evento clou ha però origine a quote decisamente più elevate: infatti attorno a metà Febbraio in stratosfera, lo strato atmosferico posto a quote superiori i 10 chilometri, subisce un forte riscaldamento, di portata quasi storica, ben evidenziato da questo grafico a 30 hPa:

 

 

 

In pochissimo tempo infatti in corrispondenza del Polo Nord si osserva un riscaldamento di oltre 60°C in pochissimo tempo: questo fenomeno prende il nome di Stratwarming.

Come da letteratura di Fisica dell'Atmosfera, il Vortice Polare, l'area di bassa pressione che interessa l'area Artica, si divide in due lobi (in gergo inglese "split") e al suo posto si forma un potente Anticiclone Polare. Questa situazione che interessa l'alta Stratosfera però riesce a propagarsi fino a piani più bassi dell'atmosfera, quelli che più ci riguardano: la troposfera.

In poco tempo assistiamo ad un deciso cambio di pattern, e la forte zonalità che per ha caratterizzato l'inverno fin ora con le sue correnti occidentali miti ed umide viene completamente ribaltata: l'anticiclone delle Azzorre riesce quindi ad imporre uno scambio meridiano intenso, e va a puntare la Penisola Scandinava.

Ecco una mappa esemplificativa dell'evento nella fase iniziale:

 

Ma vediamo gli effetti nel nostro orticello....

 

Il primo evento significativo avviene Domenica 25 Febbraio 2018: sul bordo orientale dell'Anticiclone discende una possente colata di aria gelida, la cui origina è artico-continentale in quanto il lobo si stacca dalla zona attorno al Circolo Polare Artico tra Penisola di Kola e Russia continentale; l'origine non è quindi propriamente siberiana, ma una certa componente sì. Domenica il risveglio è sotto un turbolento vento gelido orientale che entra franco dalla porta della Bora che soffia fino a 50/60 km/h. La massa d'aria solleva inoltre quella umida preesistente più leggera che condensa: ecco quindi che assistiamo a fioccate sparse su tutta la Provincia, con accumuli per lo più nulli sulle pianure, salvo qualche velo sulle superficie fredde o localmente, per qualche rovescio più deciso, un po' di accumulo eolico. Contemporaneamente le temperature subiscono un deciso tracollo, non superiori ai +1°C in pieno giorno, ma velocemente sottozero subito dopo il tramonto.

Nel frattempo entra in quota aria decisamente fredda, con valori termici davvero ragguardevoli per il periodo! Basta pensare che l'isoterma -20°C a quota 1500 metri ha sfiorato le Alpi:

 

 

I giorni successivi vedono un alternarsi tra nubi e sole, con addirittura qualche cumulo pomeridiano a sottolineare l'avanzata della stagione che contrasta il deciso freddo entrato: le temperature pomeridiane non superano i +2°C nonostante il cielo sereno, mentre le minime scendono a valori molto rigidi per il periodo, fino a -7°/-9°C Mercoledì 28 Febbraio mattina, nonostante qualche nube notturna precedentemente.  Anche in quota il freddo si sente, con il nostro Monte Penice che rileva minime da brividi, fino a -15°C.

 

Ecco i valori minimi del 28 mattina, ultimo giorno dell'Inverno meteorologico:

 

Nel frattempo l'aria fredda ormai impadronitasi dell'Europa intera va ad alimentare una profonda depressione in area Iberica, che si avvicina all'Italia.

 

 

Ed ecco il primo impulso instabile il 1 Marzo 2018: blande correnti sud-occidentali alle quote alte, di Scirocco a quelle medie determinano l'arrivo di deboli precipitazioni un po' su tutto il territorio. Stante il precedente afflusso di aria gelida, la neve riesce a cadere a tutte le quote, con valori termici davvero ragguardevoli, attorno ai -2°/-3°C in pianura. Inizialmente però le precipitazioni sono molto deboli, quasi ad intensità di nevischio e l'accumulo notturno di circa 3 cm fatica ad essere incrementato anche a causa della radiazione solare. Tuttavia nel pomeriggio una migliore curvatura delle correnti favorisce la nascita di qualche rovescio nevoso, che grazie alle temperature che si mantengono rigide, accumula bene. Infine, in serata, qualche ulteriore nucleo porta ad un accumulo di circa 6/8 cm in tutta la Provincia, anche se di fatto il compattamento porta ad avere un’altezza del manto minore.

Venerdì 2 Marzo invece è un secondo impulso instabile a regalare fioccate fino a metà giornata: questa volta transitano nuclei in spostamento piuttosto rapido da SSW a NNE, che apportano altri 4 cm diffusi. Anche in questo caso la nevicata avviene con temperature sottozero.

Nel pomeriggio, ancora una volta, la pausa precipitativa e la radiazione solare determinano un compattamento del manto e ad un parziale scioglimento grazie alle massime che salgono +1°/+2°C.

In serata invece assistiamo a veloci schiarite che fanno crollare le temperature a valori decisamente rigidi, anche a causa dell’effetto albedo imposto dalla coltre nevosa al suolo. Ecco i valori minime della notte:

 

Ed eccoci al mattino di Sabato 3 Marzo: la tempistica per avere una nevicata veloce ma intensa è perfetta grazie alla rapida copertura nuvolosa in arrivo da sud-ovest e allo strato inversionale gelido formatosi nei presso del suolo.

Le prime precipitazioni si hanno all’alba e sono sotto forma di pioggia o pioggia mista a pallini di ghiaccio e fiocchi a causa di uno strato mite tra i 700 e i 1000 metri: per colpa invece delle temperature sottozero al suolo, si verifica un breve episodio di gelicidio o pioggia congelatesi al suolo, che fortunatamente dura solamente il tempo per creare una colonna omotermica in grado di far nevicare a tutte le quote. Infatti, dalle 9 circa alle 13 si verifica una maestosa nevicata, a fiocchi medio-grandi che regala momenti emozionanti, qualche disagio sulle strade e circa 9 cm di neve fresca.

I fenomeni si esauriscono entro le 14, lasciando una coltre di circa 15 cm a terra sommando quelli preesistenti, anche se in veloce compattamento e successivamente scioglimento a causa delle temperature che non riusciranno più a tornare sottozero, andando di fatto a concludere l'evento.

In conclusione un evento davvero importante per la climatologia pavese, specialmente se rapportato agli ultimi anni spesso avari di precipitazioni nevose e di freddo intenso.

Ma ora spazio a qualche foto!!

Iniziamo con quelle di Lorenzo Bianchini:

La lavandaia del borgo con vista Ponte Coperto e Duomo

Il nostro Castello Visconteo

Intensa nevicata in Viale Repubblica

 

 

Rovesci nevosi serali

Alcune foto di Paolo Corona e Fabio Pondrano:

Intenso rovescio

Qualche scatto invece di Gabriele Campagnoli, da Lungavilla, ove si sono accumulati alcuni centrimenti in più rispetto al capoluogo:

Infine un paio di scatti di Clara Marangon:

Il Naviglio ghiacciato

La zona del Confluente

La Vernavola

 

Analisi a cura di: Paolo Corona

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