Ecco il parere di un esperto inglese

ANSA - LONDRA, 1 AGO - L'umanita' ha solo 100 mesi per salvare il mondo dalla catastrofe generata dai cambiamenti climatici: lo afferma sul Guardian l'esperto britannico Andrew Simms, responsabile degli studi sui mutamenti del clima alla New Economic Foundation, che indica come iniziare subito a invertire la rotta. Serve, dice, un New Deal Verde (come quello lanciato da Franklin Delano Roosevelt per far uscire gli Usa dalla Grande Depressione) un'azione forte dei governi sull'economia e sull' ambiente, prima che sia troppo tardi. Secondo Simms, ''sulla base di stime per difetto'', tra 100 mesi (otto anni e mezzo circa) potremmo raggiungere il punto dal quale il cambiamento climatico accelerera' a tal punto da essere irreversibile.  

La concentrazione della Co2 nell'atmosfera, spiega, e' la piu' alta degli ultimi 650.000 anni, un aumento raggiunto in soli 250 anni, dalla rivoluzione industriale, con la conseguente crescita delle citta', la distruzione delle foreste, il cambiamento d'uso dei terreni. Ogni secondo, a causa dell'attivita' umana, 1.000 tonnellate di anidride carbonica vengono riversate nell' atmosfera, incrementando l'effetto serra che surriscalda il pianeta. Di questo passo, i modelli scientifici di previsione dicono che tra cento mesi si arrivera' al punto del non ritorno, generato da fenomeni collegati, come lo scioglimento dei ghiacchi polari e la deminuita capacita' degli oceani di assorbire Co2: ovvero, il riscaldamento continuera' anche se cesseremo completamente di immettere gas nocivi nell'atmosfera.  

La conferenza intergovernativa sui cambiamenti climatici (Ipcc), ricorda Simms, ha detto c'e' una buona chance che, contenendo l'aumento medio della temperatura rispetto al mondo pre-industriale sotto ai 2 gradi centigradi, si potranno evitare le conseguenze piu' catastrofiche. Ma per fare questo c'e' bisogno di un intervento deciso dei governi - lui esorta in particolare quello britannico, accusandolo di trovare scuse per non agire - e quello che chiama un New Deal Verde.  E fa l'esempio di Cuba, che nel 2006, in un solo anno, ha lanciato una campagna per cambiare tutte le lampadine a incandescenza con quelle a basso consumo.

E quando crollo' l'Urss, e non arrivo' piu' il petrolio a basso costo, l'Avana inizio' a coltivare con metodi biologici ogni pezzo di terra disponibile, per non dipendere dall'import alimentare. Simms dice che ci vogliono molte misure combinate ma, innanzitutto, misure fiscali e strutturali contro chi profitta sugli alti prezzi del carburante e sulla City, che perpetua il modello dell'economia basata sui combustibili fossili: quelle tasse potrebbero pagare una rivoluzione dell'energia rinnovabile che creerebbe migliaia di posti di lavoro, sconfiggendo la crisi, e permetterebbe alla Gran Bretagna di diventare leader nella lotta al 'climate change'. Poi stop ad altre piste aeroportuali, alle centrali a carbone, si' a una massiccia campagna per l'isolamento termico degli edifici, basta con la filosofia 'una persona, un'auto', si' a nuovi mezzi sostenibili di trasporto.  

Risultato: Londra guiderebbe la lotta ai cambiamenti del clima, togliendo alibi agli altri paesi, e avrebbe un'economia meno esposta agli attuali shock economici ed ambientali. ''Si tratta di cose che si possono fare, perche' sappiamo come farle, ma finora non c'e' stata volonta' politica di farle'', osserva infine Simms. Per i dettagli delle sue proposte, c'e' anche un sito www.onehundremonths.org. (ANSA). NS 16-17

Fonte: www.ansa.it

 

Domenica 3 Agosto 2008 - Ore 22.00

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